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Dalla Nasa alle malattie rare, ecco i 5 giovani ricercatori italiani premiati in Usa

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Tre donne, due uomini, tutti accomunati dall’essere «top ricercatori» italiani under 40. Dalla Nasa, alla matematica pura ad altissimi livelli, alle più avanzate ricerche su tumori e malattie rare. Ecco i progetti sui quali lavorano in Nord America Angela Bononi, Camilla Pacifici, Giulia Saccà, Marco Ruella e Marco Pavone,  i 5 italiani under 40 premiati da Issnaf, la fondazione che riunisce oltre quattromila fra docenti e ricercatori italiani in Usa e Canada. Più che «cervelli in fuga», 5 ambasciatori della forza della ricerca italiana in America.
I vincitori sono stati selezionati all’interno dell’evento annuale Issnaf, il 7 e 8 novembre 2017 all’Ambasciata italiana di Washington, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«ISSNAF da tempo collabora con le imprese italiane e americane – dichiara il presidente della fondazione ISSNAF Vito M. Campese –. Siamo consapevoli di poterci proporre, con il nostro network di scienziati di talento e inseriti in reti di collaborazioni internazionali, come un ponte tra accademia e industria, tra centri di ricerca e laboratori ricerca e sviluppo delle imprese. L’industria 4.0 rappresenta una sfida da cogliere per rinnovare e rilanciare questo legame che può toccare la ricerca di base come quella applicata. L’importanza e l’attualità del tema sono onorati dalla qualità dei relatori e dalla sede prestigiosa, l’Ambasciata italiana a Washington che ringrazio per l’ospitalità confermata anche quest’anno».

Ecco i nomi dei magnifici 5.

Angela Bononi – Classe 1983, nata a Rovigo e cresciuta a Fiesso Umbertiano (Rovigo), nel 2007 si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università di Ferrara. Nel 2013 si all’University of Hawaii Cancer Center, Thoracic Oncology, concentrando l’attenzione sul legame tra tumori e genetica. «Qui in America siamo liberi di avere idee sbagliate e poter cambiare direzione».

Camilla Pacifici – Nata a Monza nel 1984, oggi lavora con un NASA Postdoctoral Program Fellowship al Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland. Si è laureata all’Università Bicocca di Milano, conseguendo la laurea triennale in fisica nel 2006 e la specialistica in astrofisica nel 2008. «Ho lavorato molto con dati ottenuti dal telescopio spaziale Hubble e ora mi sto preparando per i dati che ci invierà il James Webb Space Telescope, che verrà lanciato nel 2019 per svelare i misteri dell’universo più giovane».

Giulia Saccà – Matematica pura ad altissimi livelli: è il campo di ricerca di Giulia Saccà, 33 anni. Studi e ricerca l’hanno portata da Roma a Parigi, New York, Bonn, Princeton. Fino a Boston, dov’è assistant professor al Mathematics Department del MIT di Boston. «Le prospettive future? Per me è difficilissimo rispondere, di sicuro almeno per un po’ voglio restare qui, dove l’ambiente e le strutture sono più favorevoli alla ricerca rispetto all’Italia».

Marco Pavone – Nato nel 1980, torinese cresciuto tra Genova, Roma e L’Aquila e laureato a Catania, è Assistant Professor di aeronautica e astronautica alla Stanford University. Ha sviluppato un software che permette ai robot aerospaziali di agire in autonomia, per esempio per esplorare ambienti sconosciuti ed inospitali nel sistema solare, per riparare satelliti in orbita, o per assemblare strutture nello spazio.

Marco Ruella – La CAR-T è una nuova terapia che sfrutta il sistema immunitario del paziente per battere i tumori. È stata ideata all’University of Pennsylvania dal gruppo del professor Carl June e successivamente sviluppata dalla Novartis in larga scala. Del team di ricerca fa parte Marco Ruella, medico torinese 35enne che lavora a Filadelfia al Center for Cellular Immunotherapies della University of Pennsylvania (Upenn) da cinque anni.

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