| La Eumelanina non è solo il pigmento che colora la nostra pelle, capelli e occhi: è una molecola affascinante, con proprietà chimico-fisiche complesse e una sorprendente capacità di auto-assemblarsi in strutture nanometriche. Oggi un gruppo di ricercatori internazionali – che vede anche il contributo del Rome Technopole (Roberto Matassa, Università di Camerino; Costantino Zazza, Università della Tuscia) ha mostrato come questa molecola organica sia in grado di interagire con fogli funzionalizzati di grafene dando vita a nuove architetture supramolecolari decisamente non-convenzionali. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nanoscale della Royal Society of Chemistry, porta la firma di un team multidisciplinare che unisce competenze italiane, spagnole, brasiliane e di Singapore: Sara Mattiello, Gustavo Guerreiro Candido Soares, Juan G. Lozano, Ana M. Beltrán, Costantino Zazza, Nico Sanna, Jun Wei Phua, Jose Mauricio Rosolen, Andrea Di Cicco, Javad Rezvani e Roberto Gunnella |
| Cosa hanno scoperto i ricercatori? Attraverso una combinazione di microscopia elettronica ad alta risoluzione e spettroscopia Raman vibrazionale, i ricercatori hanno osservato come l’eumelanina, a contatto con fogli di grafene ossido micronizzato, vada incontro a un processo di disassemblaggio e riassemblaggio: dalle sue tradizionali strutture irregolari, si ricompone in nanoparticelle sferiche e forme allungate. Questa trasformazione non è solo un fenomeno curioso, ma un indizio di come sia possibile guidare e controllare l’organizzazione delle biomolecole grazie all’interazione con materiali inorganici come il grafene. Perché è importante questo studio? Nuovi materiali bio-ibridi: la possibilità di modulare la melanina naturale con superfici di grafene apre la strada a materiali “intelligenti” e biocompatibili.Applicazioni tecnologiche: biosensori, dispositivi fotoprotettivi, bioelettronica e medicina rigenerativa potrebbero beneficiare di queste scoperte.Un approccio innovativo: la ricerca mostra come la chimica dei difetti atomici nel grafene possa diventare uno strumento per influenzare l’auto-assemblaggio delle biomolecole. Uno sguardo al futuro Secondo Roberto Matassa, questa ricerca segna un passo avanti nel comprendere i meccanismi che regolano la formazione di superstrutture biologiche in ambienti artificiali: “Abbiamo visto che gli aggregati nanometrici di eumelanina, non solo si adattano, ma cambiano radicalmente la loro mutua orientazione quando interagiscono con il grafene opportunamente funzionalizzato previa ossidazione.È come se la natura stessa ci mostrasse come combinare molecole organiche e materiali inorganici per creare nuove funzionalità”. Aggiunge infine Costantino Zazza: “La nanotecnologia è una ancora una scienza emergente che promette sviluppi futuri in differenti contesti e da cui ci si aspetta un contributo significativo alla crescita. Rome Technopole ci ha supportato in questa storia di successo su nanoscala e và ringraziato”. |
