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Biotecnologie. Realizzato un enzima in grado di degradare le microplastiche

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Un enzima microbico, modificato con un intervento di ingegneria proteica, in grado di degradare una delle plastiche più utilizzate in commercio.

La ricercatrice Valentina Pirillo, con l’aiuto di Marco Orlando e Davide Tessaro (del Politecnico di Milano) e sotto la supervisione dei professori Gianluca Molla e Loredano Pollegioni dell’ateneo varesino, ha prodotto un biocatalizzatore (enzima) in grado di degradare il polietilene tereftalato (PET), la plastica utilizzata per esempio, per le bottigliette di acqua.

Utilizzando l’enzima, evoluto, grazie all’ingegneria proteica (chiamato TS-ΔIsPET), alla concentrazione di 0.1 mg/mL in acqua e a 50 °C, è stato possibile recuperare in 2 giorni oltre il 25% dei principali costituenti delle microparticelle di PET e, addirittura, depolimerizzare l’80% delle nanoparticelle di PET in solo un’ora e utilizzando 5 volte meno enzima.

Questo lavoro dimostra come la degradazione biologica delle plastiche, un processo che non prevede l’uso di composti chimici e/o di alte temperature, sia ormai una realtà capace di eliminare un composto inquinante, convertendolo in materiali ancora utili.

Lo studio conferma che le biotecnologie hanno un ruolo determinante nella soluzione dei problemi legati all’inquinamento e , nell’ottica della bioeconomia circolare, di individuare approcci green per eliminare e recuperare materiali inquinanti come, in questo caso, la plastica. Nonostante questo materiale sia fondamentale per le attività umane, l’accumulo di microplastiche nell’ambiente e nella catena alimentare costituisce un elemento di rischio per gli ecosistemi acquatici e per l’uomo.

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