Un test del respiro per svelare la malaria senza prelievi di sangue. Il fiato delle persone colpite dalla malaria ha infatti delle caratteristiche peculiari, che potrebbero essere usate per dar vita a un nuovo sistema diagnostico. Lo sostengono i ricercatori della Washington University di St. Louis, che hanno realizzato un prototipo di test del respiro, sperimentandolo in Africa con risultati promettenti. Il dispositivo, si legge sulla ‘Bbc online’, si è rivelato ragionevolmente efficace nel rilevare i casi di malaria nei bambini. Ma deve essere ulteriormente sviluppato, avvertono i ricercatori, prima di poter essere disponibile sul mercato e diventare di routine. Uno degli odori che il test ‘cattura’ è identico a un profumo naturale che attira le zanzare portatrici della malaria. Un profumo emesso da pini e altre conifere per attirare gli insetti e favorire l’impollinazione. Gli scienziati americani credono che le persone con malaria, che hanno questo odore nel loro fiato, possono in questo modo attrarre involontariamente le zanzare e infettarle. In questo modo gli insetti possono diffondere ulteriormente la malattia con le loro punture. Benché il test debba essere perfezionato, potrebbe offrire un sistema economico e soprattutto semplice per diagnosticare la malatia, spiega il team di Audrey Odom John. Il prototipo rileva sei diversi odori o composti volatili organici per ‘fotografare’ i casi di malaria.
I ricercatori l’hanno testato sui campioni di respiro di 35 bimbi febbricitanti in Malawi, alcuni con malaria e altri no. Il device ha dato risultati corretti in 29 bambini, con un tasso di accuratezza dell’83%. E’ ancora troppo presto per dire se il dispositivo potrà essere usato di routine, ma i ricercatori sperano di poterlo migliorare e sviluppare, facendolo diventare un prodotto semplice da utilizzare. Sono già disponibili test rapidi del sangue per la malaria, ma secondo i ricercatori americani questi strumenti presentano ancora dei limiti. Le analisi del sangue possono infatti essere piuttosto costose e tecnicamente sfidanti in zone rurali o nei Paesi in via di sviluppo. Un metodo non invasivo che non richiede campioni di sangue o particolari capacità tecniche potrebbe essere molto utile. I risultati dello studio vengono presentati all’annual meeting Astmh (American Society of Tropical Medicine and Hygiene) in corso a Baltimora.